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Diete vegane in gravidanza e allattamento


Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare dei dati diffusi dal SIMMESN (Società Italiana per lo studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale) che mostrano che i casi di deficit materno di vitamina B12, identificati attraverso lo screening neonatale esteso, sono triplicati: dai 42 del 2015 ai 126 del 2016. Si tratta di una rara malattia metabolica molto grave che viene imputata alla scelta di una alimentazione vegana da parte della mamma.

Se la madre non assume abbastanza vitamina B12, o peggio non ne assume affatto, può creare al neonato dei danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l'allattamento.

La malattia è grave ma è anche facilmente evitabile con delle semplici supplementazioni che diventano doverose per la mamma vegana in gravidanza.

L'allarme è stato lanciato in occasione dell'evento "SIPPS & FIMPAGGIORNA 2018: Dalle Linee Guida alle Buone pratiche clinico-assistenziali", a Caserta. SIPPS e FIMP, insieme alla SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale), hanno deciso di approfondire, attraverso un Position Paper, il problema dell’adeguatezza delle diete vegetariane relativamente alla crescita e allo sviluppo neurocognitivo dei bambini. Il Position Paper è consultabile on-line e non bandisce affatto le diete vegane o vegetariane ma esorta a condurre questo tipo di alimentazione valutando sempre il proprio stato di salute e integrando alcuni micronutrienti.

Il documento infatti afferma "la letteratura internazionale evidenzia che diverse Società Scientifiche che si occupano di nutrizione hanno una posizione favorevole verso l’uso di stili alimentari vegetariani, in tutte le epoche della vita, purché vengano integrati i nutrienti carenti. Secondo l’Academy of Nutrition and Dietetic (USA) le diete vegetariane e vegane, correttamente pianificate, sono nutrizionalmente adeguate e sono adatte in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi la gravidanza, l’allattamento, la prima e la seconda infanzia, l’adolescenza".

Vi riporto le principali raccomandazioni espresse nel documento:

- È documentato che le donne vegetariane possono andare incontro a problemi di carenza di zinco, vitamina B12 e ferro, mentre da tali diete può risultare una maggiore assunzione di folati e magnesio. Pertanto, se le donne decidono di continuare a seguire tali abitudini alimentari anche durante la gravidanza, è necessario che vengano seguite da personale esperto e monitorate sia durante la gravidanza che durante il periodo dell’allattamento per essere eventualmente supplementate con i nutrienti carenti. Si raccomanda un’attenta valutazione nutrizionale.

- Se il lattante non è allattato al seno, o lo è solo parzialmente, si raccomanda di non somministrare bevande vegetali del commercio, ma formule, anche a base di proteine vegetali come riso o soia, adattate per lattanti.

- Si raccomanda un attento monitoraggio nutrizionale del lattante, anche dopo l’inizio dell’alimentazione complementare, provvedendo alle integrazioni necessarie per evitare che possano verificarsi esiti clinici gravi come deficit della crescita, anemia, deficit neurologici.

- Per quanto riguarda tutta l’età pediatrica, infine, le diete vegetariane non supplementate devono essere considerate inadeguate a garantire un corretto sviluppo psicomotorio: le evidenze scientifiche dimostrano importanti esiti negativi a breve e lungo termine sul neurosviluppo da deficit di nutrienti, specificamente ferro, zinco e vitamina B12.

- Si raccomandano, inoltre, le supplementazioni di ferro e vitamina B12 e l’assunzione di alimenti fortificati con gli stessi nutrienti nei bambini che seguono una dieta vegana e di monitorare ed eventualmente supplementare le assunzioni nei bambini che seguono una dieta LOV.


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